Anni ’80, Nicaragua: i sordi ottengono l’accesso all’istruzione dopo anni di reclusione e dall’esigenza di comunicare nasce (quasi) dal nulla la Lingua dei Segni Nicaraguense (ISN), ancora oggi oggetto di studio per i linguisti.
L’analfabetismo deve essere sconfitto da tutti

Dato che dall’antichità si credeva che la sordità fosse una condizione causata da problemi mentali, in molti contesti essere sordi significava essere esclusi dalla vita scolastica e sociale ed essere confinati in casa e famiglia. Il Nicaragua non fu un’eccezione, ma dopo la Rivoluzione sandinista (1979) un centinaio di bambini sordi entrarono per la prima volta in una scuola del quartiere di San Judas a Managua, la capitale, in linea con lo slogan «territorio victorioso de analfabetismo» fortemente appoggiato dal nuovo governo rivoluzionario.
Pur essendo nato da ideali nobilissimi, il progetto si rivelerà fallimentare: gli insegnanti di questi istituti non erano sordi e non conoscevano nessuna lingua dei segni. Nelle lezioni usavano solo le lettere dell’alfabeto della Lingua dei Segni Americana, che in gergo si dice alfabeto manuale o dattilologia ed è in generale poco usato. L’obiettivo delle Scuole infatti era sì quello di insegnare ai bambini a leggere e scrivere, ma soprattutto di farli parlare grazie a esercizi di articolazione verbale e lettura delle labbra.
Questo perché si credeva che nell’educazione dei sordi una lingua dei segni fosse “meno efficace” di una lingua parlata, che doveva comunque essere prediletta. In più, i segni avrebbero potuto “scoraggiare” i bambini dal parlare, cosa che non li avrebbe resi dei «membri attivi della società». Gli alunni insomma avrebbero dovuto vivere come se non fossero stati sordi per essere davvero inclusi dal mondo degli udenti.
Inoltre queste attività oraliste sono inutili se non fatte dalla tenera età (il periodo critico finisce a 6-7 anni), mentre nelle scuole di Managua le età variavano: il primo gruppo era di 50 persone dai 4 ai 14 anni.
Tra insegnanti e bambini quindi c’era una grande disconnessione linguistica e i risultati erano tutt’altro che incoraggianti.
La nascita di una lingua dei segni: la fase casalinga

Essere rinchiusi in casa non significa non comunicare con nessuno: immaginiamo di essere dei bambini sordi e di dover dire a nostra madre o nostro padre di avere fame. Per farlo useremo un segno arbitrario, facile da comprendere, come toccarsi la pancia o indicarsi la bocca. Questo in linguistichese si dice iconicità.
Questa fase in cui una persona ricorre a dei segni spontanei per parlare con i propri cari viene chiamata fase casalinga ed è necessaria a qualsiasi lingua dei segni. È quando queste persone escono dalle proprie famiglie che questi segni casalinghi si incontrano creando un nuovo codice di comunicazione.
Col tempo, durante la ricreazione, per strada o sul bus per tornare a casa, i bambini di Managua cominciarono a parlare tra di loro utilizzando dei segni semplici e intuitivi. Stava nascendo la Lenguaje de Signos Nicaragüense (LSN), il “prototipo” di quella che poi sarà la Lingua dei Segni Nicaraguense (ISN). I superstiti della primissima generazione di questi bambini parlano ancora oggi la LSN, ovviamente non senza contaminazioni della posteriore ISN.
Infatti quando gli insegnanti notarono questa “nuova lingua” dei bambini, ricorsero a un aiuto esterno: nel 1986 il Ministero dell’Educazione nicaraguense contattò la linguista Judy Shepard-Kegl, che capì che la LSN era stata tramandata di generazione in generazione. Essendo diventata lingua madre di molti bambini, questi assunsero alla lingua degli elementi grammaticalmente sempre più complessi, sviluppando una nuova variante: la ISN, che undici anni dopo, nel ‘97, conterà circa 3000 segnanti.
Sostanzialmente, la LSN si era comportata proprio come una lingua pidgin.
Che significa lingua pidgin?

Siamo degli esploratori inglesi del ‘600 e stiamo per andare per la prima volta in un’isola chiamata Giamaica. Tutto è pronto, ma c’è un problema: in quell’isola nessuno parla inglese e non possiamo isolarci perché i nativi conoscono il posto meglio di noi (ma anche per altri motivi abbastanza deducibili ed eticamente poco ammirabili). Quindi abbiamo bisogno di comunicare con loro.
Tutto parte da una fase intermedia abbastanza breve, lunga una generazione, che viene chiamata lingua pidgin: una lingua lessificatrice (in questo caso l’inglese) domina sulla lingua indigena ed è così che il nostro giamaicano si arrangerà con una lingua di contatto nata per esigenza: dove sono le miniere? Là. Dov’è il villaggio più vicino? Sinistra.
Questa lingua provvisoria, che verrà tramandata ai posteri, diventerà lingua madre nelle generazioni successive e quindi sempre più articolata, soprattutto grammaticalmente: ecco che possiamo parlare di lingue creole.
In una lingua creola gli indigeni prendono le parole dei coloni e con queste creano una nuova grammatica. Come se si distruggesse una costruzione di lego per farne un’altra con gli stessi mattoncini. Questo è il motivo per cui Bob Marley canta: «Old pirates, yes, they rob I» invece di «they rob me».
Succede lo stesso quando da piccoli impariamo a parlare: partiamo da suoni sparsi per poi passare alle parole che infine ordiniamo grazie alla sintassi.
Le lingue pidgin e creole, nonostante la loro dubbia eticità e il loro background non contentissimo, sono fondamentali per la linguistica. Potrebbero dirci come gli umani svilupparono le lingue migliaia di anni fa e ci dimostrano una cosa a lungo dibattuta: morfologia uber alles.
Perché la LSN e le lingue pidgin sono così simili?
Già dagli anni ‘70, diversi linguisti avevano iniziato a notare analogie tra le lingue dei segni e le lingue creole.
L’esempio del Nicaragua potrebbe effettivamente confermare questa somiglianza: l’ISN nasce in un contesto di totale incomprensione (tra gli insegnanti e i bambini, ma anche tra i bambini stessi che finalmente possono creare una comunità) e ha una versione precedente di transito, che parte prima da parole necessarie per poi svilupparsi in una grammatica più complessa.
Delle persone, che non avevano nessun modo per capirsi, hanno messo in comune le proprie “lingue personali” (idioletti, in linguistichese) per creare una nuova lingua, regolata da norme linguistiche nate attraverso l’uso.
Ma soprattutto l’ISN ha un’unicità che tutte le altre lingue non hanno: i suoi pionieri sono ancora in vita. Per la prima volta ci è possibile vedere (e anzi, registrare!) non solo come nasce una lingua, ma anche i suoi genitori. Inoltre, possiamo osservare la convivenza tra la generazione pidgin e le successive: occasione senza precedenti nella storia della linguistica.
Il fatto che sia nata da bambini analfabeti ed emarginati inoltre ci fa capire come il linguaggio sia una capacità innata dell’essere umano. Scacco matto di Chomsky.

2025-09-05
L’origine dell’uomo performativo
Una nuova specie che vive tra matcha, cuffie a filo e tote bag: l'uomo…
2025-08-25
2052: l’Occidente non esiste più
Alla luce del meeting in Alaska tra Trump e Putin, l’Occidente non esiste più.…
2025-08-01
“Mamma, papà, sono in televisione!”: il personal brand
Cosa hanno in comune Chiara Ferragni, Elon Musk e Pippo Baudo? Non il conto in…
2025-07-28
Lingua italiana: perché dici “feedback” invece di “parere”?
Cosa c’entrano i boomer, i social e i neologismi con la paura che l’italiano…
2025-07-25
La Pimpa fa politica
La Pimpa, da icona infantile a simbolo politico ironico e nostalgico, diventa…
2025-07-02
La nuova editoria schiava dei social
Il mondo dell'editoria cambia a ritmo di reel: se non vendi in due settimane,…
2025-06-18
La propaganda (spiegata con un trend)
Anche il rifiuto è propaganda: ogni scelta ci inserisce in un sistema. Siamo…
2025-05-26
Eurovision o Risiko? L’arte è politica
L'Eurovision è l'esempio di come arte e politica si intrecciano. Vince chi sa…
2025-05-22
Piangere al novantesimo: la lotta del tifoso
Il calcio smuove gli animi, provoca forti emozioni e a volte fomenta delle vere…
2025-05-19
Papa Leone XIV è davvero laureato in matematica?
Il nuovo Papa ha un Bachelor Degree in matematica... ma precisamente, cosa vuol…
2025-04-24
Parla come mangi: i dialetti ci dicono chi siamo
I dialetti italiani custodiscono secoli di cultura, tra poesia, teatro e…
2025-04-04
Linguaggio inclusivo: la grammatica può cambiare il mondo?
Linguaggio inclusivo, neutro, gender-sensitive: la lingua può davvero cambiare…
2025-03-03
Telefonate… geopolitiche: Russia, USA, Europa, Cina
Dalle telefonate con Putin alla trappola a Zelensky, Trump si è preso la scena…
2025-02-28
Linguistica e AI: chi comanda davvero?
L’IA è un’enciclopedia turbo, ma senza di noi resta muta. La linguistica è il…
2025-02-17
Articoli scientifici? Roba da gatti!
Fisica quantistica e gatti? Sì: F.D.C. Williard, un siamese, ha ben due…
2024-12-20
DanDaDan, UFO e fantasmi: l’ossessione per l’ignoto
Gli UFO stimolano il nostro immaginario dagli anni '50. Lo sa bene DanDaDan,…
2024-11-19
Il brevetto che ci ha svegliati: nasce l’espresso italiano
19 novembre 1884: un torinese registra il brevetto che avrebbe reso la caffeina…