Come ogni anno è iniziato il periodo migliore per osservare le stelle cadenti… quel bagliore che arriva all’improvviso e velocemente se ne va, portandosi dietro l’iniziale sorpresa e poi un desiderio che forse si avvererà.
In una notte come queste, nel 1962, morì Marlyn Monroe: la luce dei riflettori si spense lasciando spazio al mito e al mistero.
«Non sono interessata al denaro. Voglio solo essere meravigliosa»
Marylin era (ammettiamolo, è ancora) la donna più desiderata del mondo, attrice tra le più celebri della “Golden Age” di Hollywood, modella, cantante e produttrice e dalla irreplicabile bellezza.
Ma, come spesso accade, dietro al mito vi erano un’infanzia difficile, una profonda insicurezza e un cronico senso di solitudine.
Norma Jeane Mortenson nasce nel 1926, trascorre gran parte della sua infanzia in casa – famiglie almeno fino ai 16 anni quando, per sottrarsi al meccanismo dei servizi sociali e dopo aver già subito episodi di bullismo e molestie, decide di sposarsi con un giovane marinaio per trovare finalmente la libertà.

All’età di 23 anni, quando era già conosciuta come modella, accettò di fare una foto completamente spogliata (fotografia di fatto casta ma assai scandalosa per il dopoguerra): fu quello scatto ad aprirle le porte di Hollywood e a quella che sarà da quel momento in poi la sua vita: Marilyn.
Gli uomini preferiscono le bionde
Al primo matrimonio ne seguirono altri: quello con il campione di baseball Joe di Maggio e poi con lo scrittore e sceneggiatore Arthur Miller. Ma, oltre alle relazioni ufficiali furono diversi i flirt con alcuni personaggi famosi dell’epoca: Tony Curtis, Clarke Gable e Marlon Brando.

Se la vita sentimentale di “Mona” vi sembra che abbia poca attinenza con i misteri legati alla sua morte, tra qualche riga vedrete che le due cose potrebbero essere collegate.
Non so se, come nel titolo di un famoso film di cui è stata protagonista, gli uomini preferiscano effettivamente le bionde, ma che nessuno riuscisse a resistere al suo fascino è una certezza e, tra questi, anche i fratelli Kennedy.
Pillole e qualche goccia di Chanel N°5
Che “non è tutto oro quel che luccica” la nostra Marilyn lo sapeva bene. Insieme al successo planetario, aumentava la sua fragilità emotiva e che si manifestava con profonde insicurezze e con la costante ricerca di amore e approvazione. La dicotomia tra la “bomba sexy” pubblica e la persona fragile e insicura nel privato alimentava il suo senso di alienazione.
Ansia, depressione poi la successiva dipendenza da alcol e psicofarmaci minarono sempre più la salute della diva e l’accompagnarono sino alla notte del 4 agosto del 1962 quando, alla giovane età di 36 anni, fu trovata morta nella sua camera da letto priva di vestiti e con in mano la cornetta del telefono.

Le 3 ipotesi
La prima ipotesi sulla morte di Marilyn, nonché quella ufficiale, è quella del probabile suicidio. Sul comodino, accanto al corpo dell’attrice, venne ritrovata una bottiglia vuota di sonniferi: gli esami rivelarono che la morte era avvenuta a causa di un’ingestione massiccia di barbiturici prescritti per i disturbi nervosi e del sonno.
A distanza di vent’anni, a seguito delle crescenti teorie sulla morte dell’attrice, il caso venne riaperto. Le indagini giunsero a conclusione che, per raggiungere una dose così elevata di barbiturici nel sangue, avrebbe dovuto ingerire la sostanza progressivamente e non in una sola notte. Molto probabilmente Marilyn era morta, quindi, per overdose accidentale, superando la dose prescritta di quel farmaco, e non per suicidio premeditato.
Per quanto riguarda la terza ipotesi, nel 1985 Anthony Summers che pubblicò “Godess: The Secret Lives of Marilyn Monroe”, in cui scoprì dettagli fino ad allora sconosciuti, tra cui il ruolo dei fratelli Kennedy. Marilyn, nelle ore precedenti la sua morte, telefonò al suo stilista personale rivelandogli, non solo di essere in pericolo, ma anche circa alcuni tradimenti di uomini importanti e amori clandestini.

Secondo il confidente, quello stesso pomeriggio Robert F. Kennedy, con il quale l’attrice aveva una relazione, era stato a casa sua e l’aveva minacciata. A quanto pare, il fratello del presidente era andato per troncare la relazione e la Monroe, ferita nel vedere come svaniva nel nulla la promessa di matrimonio che Robert le aveva fatto, lo minacciò di indire una conferenza stampa rivelando tutti i segreti della famiglia Kennedy. Quella conferenza stampa non si tenne mai.
I segreti di Marilyn
Pur non esistendo prove concrete ed oggettive a sostegno della terza ipotesi, è un fatto accertato, invece, che l’attrice fosse spiata e monitorata dall’FBI, evidentemente a causa della vicinanza con i Kennedy.
Nel 2015 è stata infine rinvenuta una lettera di Marilyn scritta, dieci giorni prima di morire, al suo caro amico Truman Capote in cui confidava di sentirsi osservata e che temeva di essere in pericolo.
Non sappiamo se anche nella notte tra il 4 e il 5 agosto Marilyn “indossasse” il suo Chanel N°5. Un’anima sensibile e complessa, non solo una bionda amante dei diamanti e dei profumi, che ha portato con sé forse ben più dei segreti di Hollywood.
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