Il termine “overcompensating” indica la tendenza a cercare di esagerare una serie di capacità che si possiedono per compensare un’insicurezza. I personaggi della nostra serie, disponibile su Amazon Prime Video, sono tutti così.
Ok lo spiegone del titolo, ma di cosa parla?
Come tutte le serie americane che si rispettino, siamo ovviamente in un college, alle prese con personaggi tutti, estremamente, esagerati e teatrali. Overcompensating è una serie che vuole raccontare la realtà ipersessualizzata in cui viviamo senza troppi peli sulla lingua, è spassosa, satirica e così realistica da diventare a tratti fastidiosa.
Benny è il protagonista, è gay, ma odia esserlo. Mentre Carmen, la co-protagonista, vive – letteralmente – con il fantasma del fratello maggiore morto che la perseguita in tutto, dalle feste, ai giochi alcolici, all’esperienza con la droga edibile. Lui è il suo punto di riferimento e probabilmente alla sua morte si deve il costante bisogno di attenzioni di lei.

Bene, parliamo di Benny
Benny è gay, lo sappiamo già, ma è anche un giocatore di football americano, un ragazzo attraente, muscoloso, che nella sua vecchia scuola e città era stato bravissimo a costruire un’immagine di sé ultra-consapevole, ironica e – a tratti – perfetta.
Ma prima di andare al college, qualcosa lo sconvolge, e arrivato lì, in quella realtà rarefatta ed edulcorata, ingigantita, la maschera che Benny aveva costruito per nascondere il suo essere queer inizia a sgretolarsi.

Ha una sorella, Grace – if u ask me, il mio personaggio preferito – anche lei un’artista dell’autodifesa che pur di non essere oscurata dal fratello minore, come accadeva prima, diventa la trophy wife del più popolare della scuola, sì, l’ennesimo str… cattivo ragazzo.
Lei non fa altro che essere l’accessorio patinato di lui e man mano che gli episodi scorrono, l’unica cosa che le si vorrebbe dire è “ma ti vuoi svegliare?” Mi ha fatta sentire come quando do un consiglio alle mie amiche e non mi ascoltano. Però, davvero chef kiss per il suo character development.
Adesso tocca a Carmen
O si ama, o si odia, o si pensa “beh, questa non è male, è solo un po’ particolare”. Il suo personaggio non si comprende bene, l’unica cosa chiara è che dalla morte del fratello, i genitori si siano completamente dimenticati di lei. Lei, diventata invisibile, al college ha un solo e unico obiettivo: farsi vedere. E Carmen tenterà di tutto per riuscire nella sua impresa, con la sua personalità caotica e il suo sarcasmo combinerà più guai di quanti, probabilmente, se ne aspettava.
Carmen è un perfetto contrappeso per Benny, sebbene siano entrambi fragili e un po’ ammaccati, lei diventerà la voce della sua conoscenza, permettendo a lui di conoscersi e, forse, di iniziare ad accettarsi così com’è, senza la patinata glitterata che aveva costruito ad hoc.

L’influenza di A24
A24 pian piano, ormai da anni, si sta insinuando nel variegato mondo cinematografico – è la casa di produzione che ci ha regalato capolavori come Midsommar e Lady Bird. Ma cosa c’entra con Overcompensating? A24 è riconoscibile per dei tratti distintivi che, nell’ambiente, la fanno differenziare da tutto il resto e nella serie è evidente sotto molti aspetti. Si può iniziare dall’estetica: le inquadrature sono così simmetriche e appaganti che si potrebbe scegliere di vederla solo per vivere un’esperienza visiva, i colori desaturati non fanno altro che rendere ancora più onirica la messa in scena del college, che in ossimoro con la realtà che vuole rappresentare, sembra quasi irreale.
I dialoghi sembrano finti, ma non in modo cattivo, anzi, è la percezione che li fa apparire finti, che fa pensare “io non direi mai una cosa del genere” eppure poi si finisce con il dirla o con il sentirla. E poi, per porre l’ultimo accenno sui personaggi: non c’è l’intenzione di rappresentare un personaggio buono, nessuno lo è, ma tutti sono estremamente umani, con i loro errori, i loro mostri e i loro atteggiamenti manipolatori.

Perché è la serie di cui abbiamo bisogno
So che te lo stai chiedendo e io sono qui per fornirti una risposta onesta e puntuale. Overcompensating mi ha infastidita. I sotterfugi, i tradimenti, il linguaggio volgare, le esperienze sessuali finite male e gli atteggiamenti manipolatori dei personaggi sono portati così allo stremo che se la si guarda senza pensarci fa anche ridere, ma non è questo l’obiettivo.

La serie, con una satira pesante, vuole descrivere la realtà degli adolescenti – ma anche dei bambini – di oggi. Oggi tutto è sesso o tende a essere tale, non esiste più la trasparenza e non esiste più il vero sé. Tendiamo a confezionare immagini di noi online che non rispondono al vero e i personaggi fanno la stessa cosa, solo senza social. Costruiscono ad hoc maschere e atteggiamenti per difendersi non solo dagli altri, ma da se stessi. Forse è per questo che ne abbiamo bisogno, magari per smettere di fingere un po’.
Spero vi piaccia, o, almeno, che vi infastidisca e che vi faccia riflettere.
P.s.: Nel college c’è anche la società segreta, vi prego, basterebbe guardarla solo per quei cogl… machi.
Fonti e link:
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