Durante il periodo della Guerra Fredda fu inventato un orologio: il Doomsday Clock o Orologio dell’Apocalisse. Questo aggeggio misurava – e misura tutt’oggi – l’ipotetico pericolo a cui è sottoposta l’intera umanità. Ma perché ne parliamo oggi se è una cosa del passato? Al momento segna 89 secondi alla mezzanotte. Dovremmo preoccuparci un po’.
L’equilibrio atomico
Qualche tempo fa, forse sarai andato al cinema a vedere Oppenheimer, quel brevissimo film di Christopher Nolan sulla bomba atomica, ed è proprio lì che inizia la nostra storia. Cillian Murphy interpreta Robert Oppenheimer, un fisico teorico che lavorò al progetto Manhattan: un programma di studio e di sviluppo dell’atomica condotto in grandissimo segreto durante il secondo conflitto mondiale.

Fu la bomba atomica a determinare la fine della guerra, una volta lanciata sulle due città giapponesi Hiroshima e Nagasaki. La nascita di questa nuova arma, definita di distruzione di massa, determinò la diffusione del timore che, qualora fosse scoppiato un altro conflitto, l’umanità sarebbe stata annientata. Che spasso.

L’orologio della fine
Un gruppetto di ricercatori che aveva partecipato al progetto Manhattan, nel 1947, decise di pubblicare un bollettino dal titolo Bulletin of the Atomic Scientists, che aveva in copertina l’ultimo quarto d’ora del quadrante di un orologio, disegnato da un’artista: Martyl Langsdorf.

Secondo questi scienziati, questa rappresentazione indicava la probabilità di una catastrofe globale causata dall’essere umano: più le lancette si avvicinavano alla mezzanotte, più il pericolo dell’estinzione era vicino. Rappresentava quindi un vero e proprio conto alla rovescia.
La mezzanotte indicava il finale di stagione dell’umanità e poteva accadere a causa di fallimenti politici e/o diplomatici, il cambiamento climatico o una crisi nucleare. Durante la Guerra Fredda, più ci si avvicinava all’ultimo rintocco, più si temeva che potesse scoppiare un conflitto nucleare. L’ultimo della storia dell’uomo. Insomma, un toccasana per gli ansiosi dell’epoca.
Un po’ di oscillazioni
Tra gli anni ’40 e ’90 le oscillazioni dell’orologio furono tantissime, e ogni volta che si avvicinava la mezzanotte, il mondo se la faceva addosso. Ti facciamo qualche esempio: nel 1949, il bollettino segnava tre minuti allo scocco della mezzanotte: in quell’anno l’Unione Sovietica raggiunse la parità atomica, avrebbe potuto fronteggiare gli USA senza alcun timore. Era l’inizio dell’equilibrio del terrore.

Nel 1953 l’orologio segnava meno due minuti alla mezzanotte, le superpotenze, infatti, durante quell’anno, testarono le loro armi nucleari, per dimostrare chi lo avesse più grande.
Non che oggi vada molto meglio.
-89 secondi, ma c’è tempo per peggiorare
Tra l’anno scorso e quest’anno potremmo dire che ci siamo davvero impegnati a fare un passo sempre di più verso il baratro: complimenti a tutti, soprattutto a chi governa.
Come è accaduto? Guerre che rischiano di sfociare in un’escalation nucleare, il Medio Oriente che è una polveriera, trattati di disarmo totalmente inutili, politiche di riarmo europeo e stati illegittimi che piangono se vengono bombardati per difesa… insomma, non un quadro roseo. Oltre ciò, si aggiunge il cambiamento climatico di cui nessun uomo o donna di potere sembra interessato a comprendere.

Non da prendere sottogamba è anche l’assenza di regolamentazione per l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, e non parliamo banalmente solo di ChatGPT che ti aiuta a scrivere la tesi (ricordati di metterlo nei ringraziamenti…). Infatti, l’intelligenza artificiale — nel dubbio — viene usata anche per immaginare e sperimentare nuove armi. In campo militare, l’IA prende decisioni sempre più autonome: presto forse diremo «ci ha dichiarato guerra un algoritmo?»

E se vi sembra tutto esagerato e questo vi ha messo un po’ di ansia, tranquilli, potete pur sempre brainrottare su tik tok, evitando appositamente i meme sulla WWIII, per sfuggire a questo putiferio.
Dovremmo seriamente preoccuparci?
Collino sicuramente non ha le risposte e diciamo che se mio nonno avesse avuto tre palle… beh, sarebbe stato un flipper. Sicuramente tutta questa situazione ci fa riflettere e anche un po’ temere per la nostra incolumità.
Del resto, apparteniamo ad una generazione con i demoni in testa, ma piuttosto chill: non agiamo violenza e la ripudiamo. Non sappiamo neanche cosa sia realmente una guerra, l’abbiamo studiata sui libri di storia e ci ha fatto rabbrividire, ne sentiamo parlare al telegiornale e ne restiamo scossi.
Siamo frustrati e disillusi, iper-connessi, bombardati di informazioni ogni giorno e impotenti di fronte a quanto accade intorno a noi. Non è meglio vedere Ballerina Cappuccina?

Tutto ciò che sta accadendo dimostra però qualcosa: che questi maledetti vecchi che governano il mondo e si pisciano sulle scarpe, dovrebbero andarsene in pensione, oppure creare un Fight Club dove si prendono a legnate, senza regole.
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